che qualcuno ascolti, che qualcuno sia…(2007)

Associazione darkCamera extra     Alice Società Cooperativa   Centro Diurno Luigi Capotorti

con il contributo della Regione Lazio

Diretto da Marcello Sambati.

Tuscania giugno 2007 – Firenze ottobre 2007

Lo spettacolo, che scaturisce da un laboratorio teatrale, è fatto di scene brevi, a volte solo fuggevoli apparizioni, numeri rapidi, essenziali: momenti preziosi che insegnano lati diversi dell’ascoltare, del guardare e invitano a comprendere ciò che ha un’altra natura e un altro destino.

Il teatro è questione di istanti folgoranti, ripetersi o insistere significa distruggere la visione e il suo dono. Il riconoscimento della persona, il rispetto e la donazione di un gesto d’amicizia sono gli strumenti drammaturgici che permettono la messinscena, ogni anno, dopo alcuni mesi di laboratorio, di un’ora di spettacolo per tutti. Soprattutto per coloro che non sopportano il teatro. Vuol dire andare insieme nei territori d’ombra e d’assenza che costituiscono i paesaggi interiori di alcuni e starci un po’ insieme, senza attendersi alcunché.

Virgilio col suo naso da clown, a cui tiene molto, sogna una sposa e Michela nel suo splendido abito da sposa interpreta il sogno di Virgilio e il suo stesso sogno. Piccole scene di auto-esposizione: Simona che si strappa i capelli, Laura che tagliuzza una striscia di carta in minuscoli pezzettini; fragili e feroci prove di esistenza e di comunicazione ma anche tenere manifestazioni d’amore, come Stefano che canta per la sua innamorata, se mai esiste, e l’attende, sapendo che certo un giorno lei tornerà. Fabio che si descrive presentando una carta d’identità di assoluta affidabilità, Francesco che prorompe in un grido marziale prima di dichiarare il proprio amore e sciogliersi in una romantica scena danzata. Imitare movimenti, gesti, parole, canti, significa entrare nel ritmo stesso della realtà vivente, coglierne il flusso, il respiro. Come fanno i bambini. Imitazione e ripetizione, all’interno di uno spazio definito, particolare, in qualche modo individuale, finché la scena rappresentata entra, per così dire, nell’archivio del proprio vissuto e si fa esperienza.

Un ruolo fondamentale lo assume la musica che diventa paesaggio sonoro evocante luoghi, atmosfere e sentimenti. Anche l’uso della musica è fortemente individualizzato, la ricerca è ampia, e spazia dal classico, al popolare alle avanguardie, fino a quando non avviene l’incontro soddisfacente, giusto, qualche volta irrinunciabile. “Ho pensato di non sostituire la voce che ognuno di loro possiede con sonorità appartenenti ad altri universi vocali; e la parola, per quanto incerta, incomprensibile o frantumata, ho scelto in qualche modo di tenerla come lingua possibile, giacché con essa, attraverso quel genere di parola, ci raggiungono segnali significanti, emozioni e domande; ho anche deciso di proteggerla dal facile, istintivo desiderio di farla migliore, più chiara, più simile alla mia, alla nostra. Alla parola sempre si accompagna lo sguardo, la luce del loro guardare, e sono in armonia parola e sguardo, si completano. Li osservo quando si mostrano in scena, nell’abbagliante luce di un faro teatrale, quando chiedono se è il loro momento, se possono cominciare. E questo teatro fatto di piccole apparizioni, come fosse un teatro di soli istanti, crea lo spazio e il tempo del loro essere visibili, integralmente visibili: incertezze, vizi, piccoli tic, debolezze ma quel che più conta è la forza della presenza, la drammaturgia di figure fatte di verità/finzione/verità, che lasciano quasi sempre un senso di stupore. Nessuno chiede mai che cosa significhi questa o quella scena: silenziosamente si è accomunati da un sentimento di meraviglia che ci avvicina al mondo naturale, che non ha significati. Come potremmo mettere sulle loro labbra i nostri pensieri? Io sono troppo in attesa dei loro, così aleatori, così lontani, anche se qualcuno di loro li dice e li ripete, a volte senza mai interrompersi.

guarda alcune foto: www.danielevita.com

sito del teatro La Pergola di Firenze:www.pergola.firenze.it


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