La passione Pasolini al Mandrione – novembre 1995

Consorzio Mandrione

Dark Camera & Art Department

3 – 4 -5 novembre 1995

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“(…) Ricordo che un giorno passando per il Mandrione in macchina con due miei amici bolognesi, angosciati a quella vista, c’erano, davanti ai loro tuguri, a ruzzare nel fango lurido, dei ragazzini dai due ai quattro o cinque anni. Erano vestiti con degli stracci: uno addirittura con una pelliccetta trovata chissà dove come un piccolo selvaggio. Correvano qua e là, senza le regole di un giuoco qualsiasi: si muovevano, si agitavano come se fossero ciechi, in quei pochi metri quadrati dove erano nati e dov’erano sempre rimasti, senza conoscere altro del mondo se non la cassettina dove dormivano e i due palmi di melma dove giocavano. Vedendoci passare con la macchina, uno, un maschietto, ormai ben piantato malgrado i suoi due o tre anni di età, si mise la manina sporca contro la bocca, e, di sua iniziativa tutto allegro e affettuoso ci mandò un bacetto…La pura vitalità che è alla base di queste anime, vuol dire mescolanza di male allo statopuro e di bene allo stato puro: violenza e bontà, malvagità e innocenza, malgrado tutto.”

Pier Paolo Pasolini Vie nuove maggio 1958

Il Mandrione è oggi una striscia di strada quasi deserta di vita se siescludono il passare delle automobili e le rare attività artigianali. Ma lungo il suo percorso resistono le tracce di una recente preistoria: dai colori fatiscenti degli intonaci, ai buchi di finestre e porte sugli orti e sulla città, al terrapieno, memoria mai sparita della demolizione delle provvisorie baracche, le povere abitazioni insinuate nel ventre dell’acquedotto cancellate a metà degli anni settanta.

In quel girone “di zingari e puttane” (questa la definzione più diffusa ancora oggi a Roma del Mandrione degli anni cinquanta) si fermò più volte Pasolini nelle sue esplorazioni delle periferie romane, attratto dalla “disperata vitalità” e dalla realtà. Ne scrisse canzoni, ne colse personaggi ed umori, ne fece motivo di interventi politici.

Quello che non c’è più, dissolto dal tempo e dalle illusioni di scelte politiche risolte a metà, può tornare in un movimento di danza, un gesto teatrale, un pensiero, un canto o in una suggestione visiva. In questo consiste l’idea di lavorare al Mandrione: non si tratta davvero di ricostruire scenograficamente e teatralmente una realtà sparita, ne di celebrare i luoghi visitati da un poeta. Si tratta di riappropriarci dello sguardo e della passione di Pasolini, ed è ciò che qui è possibile tentare.

Uno spettacolo urbano, un viaggio lungo le tracce dell’interrogarsi su quel mondo astorico e naturale che lo portò dai campi del Friuli attraverso le borgate romane fino agle scenari africani e orientali. Lungo via del Mandrione abbiamo individuato alcuni spazi per le azioni, mentre altre, in movimento, accompagneranno il flusso degli spettatori lungo il percorso, immaginato come uno scavo archeologico di bellezza misteriosa e perduta. Abbiamo chiamato a lavorare con noi alcuni degli artisti che consideriamo, ognuno per la propria singolarità, coraggiosi e rigorosi nella qualità della loro ricerca poetica. Li abbiamo invitati a lavorare direttamente sul luogo in un laboratorio in cui prenderanno forma definitiva le single creazioni che daranno corpo poetico unitario a questa passione.

INTERVENTI ORIGINALI DI:

Art Department – arti visive ACQUEDOTTO di Carmelo Baglivo, Laura Federici, Luca Galofaro, Annalisa Lombardi, Paolo Orsini, Patrizia Polimeni. DETRITI di Stefania Manna, Andrea Placidi, Paolo Procesi FRONTIERA di Sonia La Rosa, Carlotta Natoli, Claudia Rossello, Pietro Caputo

-“Io sono una forza del passato./Solo nella tradizione è il mio amore./Vengo dai ruderi, dalle chiese, / dalle pale d’altare, dai borghi / dimenticati sugli appennini e sulle prealpi, /dove sono vissuti i fratelli. / Giro per la Tuscolana come un pazzo, / per l’Appia come un cane senza padrone. / O guardo i crepuscoli, le mattine / su Roma,sulla Ciociaria, sul mondo, / come i primi atti del Dopostoria, / cui io assisto, per il privilegio d’anagrafe, dall’orto estremo di qalche età / sepolta. Mostruoso è chi è nato dalle viscere di una donna morta. / E io, feto adulto, mi aggiro / più moderno di ogni moderno /  a cercare fratelli che non sono più” Hai capito Qualcosa?- (Orson Welles in La Ricotta di P.P.Pasolini)

Simone Bertugno – Arti visive OMBRE “Ora io detesto il naturalismo. Non considero la natura naturale (…) di fronte ad un’esigenza naturalistica io alzo le bariere del mio modo di avere un rapporto con il mondo (da un’intervista diP.P. Pasolini)

Martini/Placidi/Rosato – arti visive AL SUB-DIO “Dio è una parola che appartiene a me come a chiunque altro e ne faccio l’uso che mi pare e ad alta voce e in autostrada e senza una lacrima: Dio che sei mio fa che io sia sempre dentro questo attimo così pieno delle sue fuggenti verità, così poveramente intenso, così blu d’oasi” (da Sodomie in corpo di Aldo Busi)

Stalker – arti visive WALKABOUT * PASOLINI “…al fianco di quel silenzio, una strada / blu d’asfalto, pareva tutta immersa in una vita immemore e intensa…” (da La strada blu di P.P.Pasolini) *Termine che definisce la pratica nomade degli aborigeni con la quale realizzano la perlustrazione conoscitiva del territorio.

Centro anziani Villa Gordiani – ballo liscio IL PRATO “Sulla Prenestina, un ragazzino di nove anni, con una pignatta. – A morè- mi grida – me porti, che?-. -Come no- gli rispondo – sali – . Va (è solo a casa con sua nonna, in una casa di pezzi di bandone, o forse in una grotta delle cave di tufo) all Cucina dei poveri a farsi riempire la pignatta di minestra, al Quarticciolo. – E tu addò vai – mi chiede sistemandosi sul ferro della bicicletta – Vado a spasso – gli rispondo. Lui si volta, e dice – A spasso se va de domenica-. Ricordo, alla borgata Gordiani, nella sala del Partito Comunista: -va avanti a forza de va a ffa ‘nculo – era un consiglio che mi dava il Fileni. Io non invitavo a ballare le ragazze, perchè essendo poche, temevo di privarne gli altri giovani.” (da Appunti per un poema popolare di P.P.Pasolini)

Gabriella Bartolomei – scrittura voale e voce – collaborazione di Hubert Westkemper ” ‘ ” CON PASOLINI Affacciarsi / e tessere parole e immagini / come fili d’eco di cose contemplate – / di accaduti. Sospesi.

Scuola Popolare di Musica di Testaccio – musica STRADE E TERRA Paolo Cintio Tastiera, Michele Iannaccone percussioni, Luca Spagnoletti electronic sound elaborazioni su nastro magnetico Libera società di Improvvisazione diretta da Antonella Talamonti con Vincenzo Apolloni, Alberto Berettini, Alessandro Campioni, Sandra Cotronei, Patrizia de’ Ruvo, Daniele D’Ottavi, Manuela Giovannelli, Mariangela Lattuca, Xavier Rebut, Filio Sotiraki, Luca Staccone, Pier Giorgi Terzi, Riccardo Tommasetti. La musica sarà contraddittoria e complementare al paesaggio e all’evento stesso. Sarà fluida e al tempo stesso statica: mentre gli interventi impovvisati seguono lo svolgersi della realtà, su nastro magnetico scorrono le registrazioni e le testimonianze quasi in una linea di congiungimento tra passato e futuro. Su via del Mandrione, le voci, in una processione che arco per arco confluirà nell’insieme vocale.

Daria De Florian – teatro UN POEMA D’AZIONE: CARLO con Alexia Baldascini, Georg Blaschke, Remei Barrio, Diana Collepiccolo, Daria De Florian, Patrizia Tagliolini, Nora Rai, Lucia Riccelli collaborazione artistica e “Idolo” di Lonardo Filastò movimenti e creografie di Georg Blasckhe Variazioni sulla Follia per fisarmoniche (Claudio Iacomucci e Anne Landa) di Accoland “Scriveva, come tanti, la poesia vivendo. Era un borghese, è vero, e ciò non era dunque teoricamente possibile: chè solo un povero può esprimersi talvolta poeticamente con la sua azione e la sua presenza fisica, specie nei momenti di allegria. Tuttavia Carlo, in quanto ossesso, era respinto fuori dalla sua classe. Da vecchio avrebbe potuto benisimo diventare un barbone” (da Petrolio appunto 50 di P.P.Pasolini)

Claudio Morganti – teatro LUGUBRE CANTO con Fabrizio Bernardini, Roberto Latini, PierPaolo Limone, Renato Marchetti, Claudio Morganti, Emiliano Sibisi “Lugubre, lugubre canto intono…Canto d’orrore vogliamo intonare, noi che sappiamo essere rette giustiziere. / Contro chi le mani pure protende, ira da noi non muove e indenne la vita attraversa. Ma chi nasconde le mani insanguinate, noi, che assistiamo i morti, da lui sangue riscuotiamo. / Lugubre, lugubre canto intono…/ E sulle vittime nostre ecco questo canto: delirio, follia, che distrugge la mente, inno delle Erinni che l’anima lega inno senza cetra che i morti dissecca. / Lugubre, lugubre canto intono.” (da Eschilo)

Antonio Piovanelli – teatro RICORDO CHE FU PER UN AMORE collaborazione di Felicita Platania musica Lou Reed “Ricordo che fu…per un amore/che mi invadeva gli occhi castani e gli onesti calzoni, / la casa e la campagna, il sole del mattino e il sole/ della sera…nei sabati buoni / del Friuli, nelle…domeniche…ah!, non posso / neanche pronunciare queste parole delle passioni / vergini, della mia morte/ vista in un fosso / secco, formicolante di primule, tra filari tramortiti dall’oro, a ridosso / di acsolari scuri contro l’azzurro sublime. / Ricordo che in quell’amore mostruoso / giungevo a gridare di dolore.” (da Una disperata vitalità di P.P.Pasolini)

Pudore Bene in Vista – teatro BANDONI di Fabrizio Crisafulli con la collaborazione di Valerio di Pasquale, Carmen Lopez Luna, Adele Mirabella Il Madrione – attraverso Pasolini – come luogo di memorie e di visioni. L’erba, il terriccio, gli intonaci scrostati, i bandoni, gli archi dell’acquedotto, in una nuova luce. Luce, forse, come elemento rivelatore – anche a noi stessi – del nostro esserci in questo luogo.

Laura Colombo & Luca Ruzza – teatro TROPPO-SILENZIO collabrazione progetto luci: Mario Genna “Era l’ardua miniera delle anime Correvano nel buio come vene d’argento, silenziose / Tra radici sgorgava il sangue che poi sale ai vivi / nella tenebra duro come porfido. / Poi, null’altro era rosso.   V’erano croce e boschi informi. Punto sopra il vuoto e quell’immenso, grigio cieco stagno / che premeva sul fondo come un cielo di pioggia sui paesaggi della terra. / Fra i prati tenue e piena di promesse correva come un lungo segno bianco / l’incerta traccia della sola strada.” (da RM.Rilke)

Marcello Sambati – teatro FRAMMENTO DI UNA LINGUA NUOVA con Marzia Andronico, Massimo Corsaro, Marcello Sambati musica di Roberto Secchi ” E sono qui solo come un animale / senza nome: da nulla consacrato, / non appartenente a nessuno, / libero d’una libertà che mi ha massacrato.” (da La Realtà di P.P.Pasolini)

Franco Scaldati – teatro LA GATTA ROSSA u corpu So è un /Gigghiu Prisu – e Venti / E’ lestu paru – On / Canizzu Cac’a Madri/ st’allattannu/Ch’è tenniru/ Ch’è tenniru/ 0-/uora a me vucca/Si Inchi ri latti.

Michele Abbondanza Raffaella Giordano Giorgio Rossi – teatro-danza SENZA TITOLO con Michele Abbondanza, Anna Paola Bacalov, Silvana Barbarini, Antonella Bertoni, Rossana Damiani, Giorgio Rossi, Francesco Scavetta La lucidità e la verità con cui Pasolini raccontava la realtà di allora e la preveggenza con cui aveva dipinto il mondo d’oggi appartengono solo ai poei così rari e preziosi in questo pianeta. La sua uccisione è stato un delitto all’umanità e alla natura, paragonabile solo a un cataclisma di immani dimensioni.

Giovanna Summo – teatro-danza UN ARCO DI VITA Prima di tutto il luogo. La sua forma, il susseguirsi di archi che atendono, lì, da tempo. Prima di tutto il luogo. Il Mandrione pullulante di vita. Il tempo di una donna: un arco di vita.

Ian Sutton – teatro-danza PIER PALO PASSIONPLAY con Ferdinando Battista, Patrizia Bettini, Brunella De Biase, Daniele Sterpetti, Ian Sutton musica a cura di Marco Schiavoni “Il mondo non sembra essere, per me, che un insieme di padri e madri verso cui ho un trasporto totale, fatto di rispetto venerante, e di bisogno di violare tale rispetto venerante attraverso dissacrazioni anche violente e scandalose.” (da Dialogo in Cinema e Film, intervista a P.P.Pasolini)

Si ringraziano: Werner Almhofer, Giuseppe Bertolucci, Laura Betti, Francesco Calogero, Maurizio Caminito, Riccardo Caporossi, Roberta Carraro, Vincenzo Cerami, Graziella Chiarcossi, Loredana Colace, Claudio Collepiccolo, Simona Corsi, Lavinia Cozza, Peppino De Gregori,Roberto Galvano, Roberto Gambacorta, Michela Giovannelli, Nunzi Gioseffi, Anna Maria Granatello, Angelo Graziani, Anna Maria Greci, Giuseppe Iafrate, Claudio Iorio,  Enzo Lavagnini, Francesca Limana, XII rip. Dott.Lucidi, Elisabetta Luzzi, Giovanna Marinelli, Mario Martone, Roberto Meddi, Gianfranco Maoraci, Claudio Remondi, Cinzia Russo, VI circ.Alberto Sergenti, Angelo Simone, Gigi Spedale, Miriam Tassi.


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