L’incompatibile – recesione di Nicola Viesti (Hystrio)

Nel panorama teatrale italiano Marcello Sambati sembra destinato al ruolo di grande outsider a causa di un carattere schivo e appartato che ben si coniuga a un’arte tanto rigorosa quanto indifferente alle mode, dedicata solo alla poesia che una scena severa frantuma in schegge folgoranti, in abissi da esplorare con minuziosità da entomologo. Sambati è stato uno dei protagonisti della nuova spettacolarità degli anni settanta ed è rimasto fedele a una concezione di teatro aristocratica ma nello stesso tempo sincera ed entusiasta, senza mediazioni nel coniugare arte e vita devota al corpo e alla visione.

L’incompatibile, il suo ultimo, prezioso spettacolo è il secondo tassello di una trilogia dedicata alle tenebre, la seconda "lezione" per imparare ad attraversare il buio caricandosi del peso della carne, del fardello della provvisorietà e del dolore. Un "corpo mortaio corpo di sputi e sangue" si staglia nel contorno di una cornice lignea, compare scompare e ricompare secondo implacabili successioni, risucchiato dal buio e subito nuovamente espulso. Una presenza fantasmatica ma pure estremamente concreta, piegata da movimenti che disegnano una coreografia del supplizio, un essere simile a tanti altri , quotidiano, ma che spesso si priva di consistenza, si sospende nel vuoto: un ragno attaccato alla sua tela, un insetto infine inchiodato alla parete, trafitto da un enorme ago. L’incompatibile è una rappresentazione che gira intorno al mistero, una domanda umanissima e senza risposta rivolta all’inconoscibile e uno spettacolo difficileche richiede al pubblico la disponibilità a condividere un’esperienza. Forse un’utopia del teatro – specie di questi tempi – ma capace di arricchire e avvincere.

Nicola Viesti, Hystrio, trimestrale di teatro e spettacolo, anno XVIII n.2