Il non-libro che nasconde le nostre verità, di Ilaria Drago (ilFirenze.it)

Sul cammino dei passi brevi non è un libro, è una carezza e lo spazio di qualcosa che manca. E’ la nostalgia che apre infiniti nel chiusi confine del corpo, e si fa memoria di mistero tessuta fra le pieghe dell’anima: sussurri, silenzi e la misericordia del gesto del cuore. Il cuore non può che scucire parole dalla pagina gialliccia di un’epoca che misura la sua profondità in rigagnoli d’apparenze letali, che concima brutture, storture, che oblia i poeti. Marcello Sambati è una ferita delicata, quasi un’eco lontana di gioia dolorosa; è il riverbero luminoso della speranza che ci fa vivi perchè la sua bocca riesce ad incantare anche le figure-ombra che si muovono furastiche e incontinenti di consumo. La ferma con il pugno della sua poesia e senza alzare la voce, perchè basta la parola gravida ad inceppare il meccanismo osceno che ci fa tutti schiavi. “…Vergine del pugnale, ti parlo/da questa disperanza, cercando i corpi miei/di pietra e vento.”

Tra i versi danzano le opere pittoriche di Romano Sambati; corpi femmina scolpiti a matita e creta, sferzati da improvvisi grumi di’ocra rossa che sgorgano fra una costola e l’altra. A stordire è sempre la delicatezza che s’è materiata in garze, o s’è posata sulla carta come fosse stata soffiata dal caos alla perfezione di pimaggi-mandala. Tutto si fa musica in questo leggero annodo di parola-immagine, e si scopre un po’ di verità in noi: non si sa com’è, ma ci si sente qualcosa di più. Trovate questo non-libro, la casa editrice è La camera verde

Ilaria Drago

Il Firenze 13/05/08