Estratto da “Oltre il linguaggio” intervista a Fabrizio Crisafulli, a cura di Simonetta Lux (2003)

(…) Intervistatore: Al quale (il riferimento è allo spettacolo Sho n.d.r.) ha partecipato come autore ed interprete anche Marcello Sambati.

Fabrizio Crisafulli: E’ stato infatti uno spettacolo a “sei mani”. Marcello, oltre a partecipare all’ideazione e come attore, ha scritto i testi, ispirato sia dal racconto di Tanizaki che da quanto creavamo in scena nel corso  delle prove. Anche nel suo caso, Sho è stata la nostra prima collaborazione in senso stetto. In precedenza avevo partecipato ai suoi progetti, come La Passione, uno spettacolo-percorso dedicato a Pasolini realizzato nel ’95 a Roma, lungo l’Acquedotto Felice a via del Mandrione; e lui ai miei, come le tre edizioni di “Spirito dei Luoighi” a Formia dal ’96 al ’98. Marcello era comunque da tempo per me una figura di riferimento. Suoi spettacoli come Opposizione delle creature – dove tra l’altro per la prima volta avevo visto lavorare Daria Deflorian, che ancora non conoscevo – Ecce Homo o La costruzione della luce, sono stati tra i lavori più interessanti ed intensi che abbia mai visto tra metà anni Ottanta e primi Novanta. E forse in assoluto. Mi piaceva molto anche il clima di rigore, di voluto isolamento, di mancanza di concessioni, che che si respirava in quel periodo a Dark Camera. La cui sede di allora, il Teatro Furio Camillo, era stata costruita da Marcello fisicamente, passo dopo passo, a partire da un magazzino e da un cortile interno del palazzo. Come una sua seconda pelle.

La collaborazione per Sho è stata il frutto, oltre che, in generale, della vicinanza artistica tra noi tre autori (Crisafulli, Sambati e Summo n.d.r), di una singolare convergenza di interessi sul tema specifico dello spettacolo. Dopo Kawabata e Mishima, avevo pensato a Tanizaki per lo sviluppo del mio progetto “giapponese”. Nel frattempo, Giovanna aveva realizzato una performance, dentro una voliera del giardino dell’istituto Europeo di Design a Roma, ispirata a La storia di Shunkin. Marcello, a sua volta, da tempo pensava di lavorare su questo stesso racconto, attratto in particolare dalla figura del servo Sasuke, che poi ha impersonato in scena. 

Estratto da Oltre il linguaggio” intervista a Fabrizio Crisafulli, in Lingua Stellare, il teatro di Fabrizio Crisafulli 1991-2002, a cura di Simonetta Lux, Lithos, Roma 2003. (pp. 69-70)