Gli arcobaleni di Edmond Jabés – Ugo Volli (La Repubblica 1992)

Ancora uno spettacolo fuori dalle convenzioni ordinarie è quello di Marcello Sambati, che dice dei versi di Jabés sul tetto della Rocca al tramonto, per una ventina di spettatori. Da un lato cala il sole, dall’ altro la luna è già alta, il vento fischia. Le parole di Jabés sono terribili e definitive; Sambati sta a torso nudo su una piccola impalcatura nel vuoto, sembra volare. A un certo punto si distende supino e risale con un fascio di canne attaccato dietro la schiena, come ali. Ma il suo angelo si strappa subito quelle appendici e anche la spada ardente che gli spunta in mano viene subito rotta e gettata via, come le pagine bianche di un gran libro che Sambati strappa parlando del silenzio. Ogni angelo, si sa, è terribile…
Ugo Volli – La Rebubblica, luglio 1992