‘L’ incompatibile’ in orbita nell’ oscurità (Nico Garrone – La Repubblica 2003)
Continua il viaggio al fondo della notte di Marcello Sambati. Dopo la prima parte intitolata Dall’ Oscurità presentata lo scorso anno, la Trilogia delle Tenebre si avventura con L’ incompatibile nel secondo girone del suo percorso a rischio di incolumità personale. Su una pedana d’ acciaio inclinata a 45 gradi in orbita nell’ oscurità, come una zattera galleggiante alla deriva nella galassia, il corpo di Sambati affronta un doloroso e faticosissimo calvario: «Aggrappata a quella lastra un po’ patibolare sembro un insetto chiuso nella teca di un museo, o una farfalla appuntata viva sulle pagine di un album dal nonno scienziato di Jan Fabre». E le parole, il testo poetico? «Si sbriciola, si sfalda in ripetizioni, balbettii, fonemi che ricordano suoni animali, alfabeti ignoti e sommersi della preistoria, canti ascoltati nei suoi deliri profetici da Antonin Artaud». Ascetico, schivo e dolcissimo, Marcello Sambati nelle sue performance si trasforma in un gladiatore, un atleta di discipline estreme: «L’ incompatibile rigetta ogni partecipazione al destino umano. Si riconosce solo in alcune figure al limite dell’ esistenza: malati terminali, pazzi, criminali…».
(nico garrone)
Repubblica — 11 aprile 2003 pagina 9
- anche in:
- L'incompatibile, rassegna stampa