Estratti da rassegna stampa: L’ospite inconsistente, tre lezioni delle tenebre

“Un’opera dolorosa in cerca di assoluto” (Carla Romana Antolini, Liberazione)

“La linea d’ombra è il segno che appartiene per eccellenza al teatro di Marcello Sambati. Una linea sottile, evanescente, seduttiva, che attraversa per intero la ricerca ultra ventennale di questo artista dal corpo minuto e la voce sommessa …”  (Marco Fratoddi, Prima Fila)

“Sorprendente, emozionante, impedibile, Dall’oscurità è la prima tappa di un’intensa ricerca artistica tesa ad esplorare ogni più segreto aspetto della tenebra” (Aurora Acciari, Luci sulla ribalta)

“In una ulteriore tappa di ricerca verso la purezza dello svuotamento, Sambati appare in questo spettacolo, in questa danza della trasparenza-presenza, come entità inscindibile dal vortice aereo del lavoro nelle cui lagune di trasparenza si fondono carne, voce, tempo, spazio…” (Gian Maria Tosatti, Il Tempo)

“Si parla tanto e spesso a sproposito di “teatro di poesia”, ma è soltanto dopo la visione di uno spettacolo bellissimo come L’incompatibile di Marcello Sambati al Furio Camillo di Roma, che diventa di plastica, innegabile evidenza il concetto di poesia scenica.” (Marco Palladini, Radio Rai International)

“Questo L’incompatibile è un episodio di forma rara e di altrettanto rara e parca misura, ritmato oltretutto da una colonna sonora di note e rumori di centellinata efficacia. Da non perdere.”  (Francesco Bernardini, Tuttoteatro.com)

“Ascetico, schivo e dolcissimo, Marcello Sambati nelle sue performance si trasforma in un gladiatore, un atleta di discipline estreme: «L’ incompatibile rigetta ogni partecipazione al destino umano. Si riconosce solo in alcune figure al limite dell’esistenza: malati terminali, pazzi, criminali…”. (Nico Garrone,  La Repubblica)

“(Sambati) Mescola da grande alchimista parole e sorprendenti voli del corpo. Un muoversi leggero e, allo stesso tempo, doloroso come quello, appunto, suggerito dalle note di sala di “una farfalla appuntata ancora viva su di un album”. L’incompatibile diventa così uno spingersi sul bordo, oltre la linea d’ombra.” (Rossella Battisti, L’Unità)

“L’incompatibile è una rappresentazione che gira intorno al mistero, una domanda umanissima e senza risposta rivolta all’inconoscibile e uno spettacolo difficile che richiede al pubblico la disponibilità a condividere un’esperienza. Forse un’utopia del teatro – specie di questi tempi – ma capace di arricchire e avvincere.” (Nicola Viesti, Hystrio)

“…sono convinto di dover riconoscere ad un piccolo capolavoro il dono della poesia…” (Alfio Petrini, Hystrio)

L’incompatibile e Addio sono le ultime bellissime messinscene, di pura essenza “zen, di un maestro nascosto del teatro italiano di ricerca.” (Marco Palladini, Le Reti di Dedalus)

“Un distacco consapevole e feroce da ogni vano vitalismo. Un glorioso, e nonostante tutto “pudico”, epitaffio per un attore pulsante, che incanta e rende certi che non sarà questa l’ultima vita teatrale di Sambati. ” (Il manifesto)

L’Addio di Sambati ha un che di profondamente shakespeariano, ma non ha un sapore di amaro rimpianto, semmai di sublime congedo. (Marco Palladini Le Reti di Dedalus)